I Cento Menù di Luigi Veronelli - N. 42 - L'Audace -
Nella Giornata che il Calendario del Cibo Italiano dedica a Luigi Veronelli vogliamo onorare il suo grande lavoro volto alla difesa della qualità nella cucina italiana.
LUIGI VERONELLI
(1926-2004) milanese, è stato editore e importante figura nel panorama della
ristorazione italiana con la sua attività di gastronomo, suggellata
dall’incontro con Luigi Carnacina alla cui scuola si forma e collabora per più
di dieci anni. Numerosissime le collaborazioni con testate giornalistiche
nazionali e internazionali e le pubblicazioni sia come autore singolo che in
collaborazione con Carnacina e Gianni Brera. La televisione lo avvicina al
grande pubblico aumentandone la fama. Grande il suo lavoro di approfondimento
sui problemi dell’enologia e della gastronomia da cui nascono opere importanti
come “Il Veronelli” (la prima opera completa sul vino) e vari Cataloghi
tematici. Il periodico L’Etichetta, creato nel 1983 e diretta fino al 1994, diventa “vera e propria
guida alla vita materiale” attraverso l’incontro estetico con le cose, non solo
gastronomiche, della vita di ogni giorno.
Tante le battaglie a difesa della civiltà contadina, dei piccoli
produttori, della qualità, della terra e dell’individuo. Una carriera durata
quasi cinquanta anni sempre al vertice. È mancato nel Novembre 2004.
Dal suo libro "I Cento Menù" abbiamo tratto quelli che ci sembravano più accattivanti ricordando l'abbinamento consigliato per quanto riguarda il vino.
Il menù numero 42, ribattezzato per l'occasione "L'Audace" rifacendosi all'incipit del paragrafo, mi ha ispirato particolarmente, complice nella scelta la mia anima vintage ... lo trovate a pagina 165.
Il menù numero 42, ribattezzato per l'occasione "L'Audace" rifacendosi all'incipit del paragrafo, mi ha ispirato particolarmente, complice nella scelta la mia anima vintage ... lo trovate a pagina 165.
Audaci gli accostamenti: alle Penne
Vesuviane – che assommano in sé alcuni degli ingredienti più solari della
cucina di Napoli – seguono la Blanchette di spalla di vitello all’antica della
cucina rigorosa di corte (figura
in alcuni dei pranzi diplomatici di Talleyrand, diplomatico eccelso e, poco
meno, gastronomo; ma la ricetta, certo via via modificata, risale a secoli
addietro) e la Charlotte di frutta come la preparava in quel suo locale, La
santa, unico ed esclusivo – a fare da aristocratico contrasto con i caruggi
della Genova popolare – Nino Bergese, massimo fra i cuochi che abbia avuto
l’Italia (purtroppo scomparso ancor giovane l’ultimo maggio). Se i piatti li
prepari tutti e tre sono necessari tre vini: uno bianco, secco e sapido, sulle
Penne Vesuviane, ad esempio la Lacrima Christi, del Vesuvio, appunto,
dell’annata, servito a 10°C.Uun rosso asciutto, maturo, di grande eleganza,
sulla Blanchette di spalla di vitello, ad esempio un Barbaresco del 1970 o del
1971, meglio se del cru Paije in comune di Barbaresco. Sulla Charlotte un vino
bianco o rosso, dolce senza smaccature, in sé e rigoroso, ad esempio il Vino
Santo di Nipozzano, di 8 - 10 anni, servito a 8 – 10°C.
Tempo
occorrente: 1 ora
Difficoltà: o
INGREDIENTI per
sei persone:
600 grammi di
penne
140 grammi di
polpa di pomodoro ben asciutta e tagliata a filetti
120 grammi di
prosciutto crudo grasso e magro tritato
40 grammi di
burro
40 grammi di
strutto
2 spicchi di
aglio schiacciati
100 grammi
circa di pecorino grattugiato fresco
Abbondante
basilico tritato grossolanamente
Sale
Pepe nero
macinato al momento
PREPARAZIONE:
in un largo
tegame metto il burro, lo strutto, gli spicchi di aglio e il trito di
prosciutto. Lascio imbiondire l’aglio a calore moderato, unisco la polpa di
pomodoro e unisco sale e pepe. Lascio cuocere a fiamma dolce per amalgamare
bene la polpa di pomodoro mescolando di tanto in tanto per amalgamare bene. In
tempo utile porto ad ebollizione in una capace pentola abbondante acqua
leggermente salata, vi getto le penne, mescolo un attimo e le sgocciolo bene al
dente. Elimino l’aglio dalla salsa preparata, vi verso le penne e le lascio
insaporire pochi minuti. Levo il tegame dal fuoco, verso in un tegame di
portata concavo caldo, spuzzo con il pecorino grattugiato e il basilico.
Mescolo bene e servo subito.
Tempo occorrente:
2 ore e 30
Difficoltà: o o
INGREDIENTI:
1 chilogrammo
di spalla di vitello tagliata in piccoli pezzi
Una piccola
cipolla picchiettata con un chiodo di garofano
Una carotina
Un mazzetto
guarnito composto da un cuore di porro, qualche rametto di prezzemolo, e una
foglia di alloro
250 grammi di
cipolline nettate
250 grammi di
funghi, meglio se porcini, nettati e affettati (in mancanza, champignon
tagliati a metà)
Buon brodo di
carne
4 tuorli
diluiti con un decilitro scarso di panna e qualche goccia di succo di limone
Un poco di
prezzemolo tritato
80 grammi di
burro
50 grammi di
farina
Un pizzico di
noce moscata
Sale
PREPARAZIONE:
in una
casseruola metto i pezzi di vitello, li copro a filo con il brodo, porto ad
ebollizione a calore dolce, mescolo spesso, schiumo con cura. Unisco la cipolla
picchiettata, la carotina, il mazzetto guarnito, condisco con poco sale, alzo
la fiamma, continuo la cottura a moderato calore per un’ora e mezzo. Cuocio i
funghi con poca acqua leggermente salata, li scolo bene e li tengo da parte. In
un casseruolino faccio sciogliere 40 grammi di burro, aggiungo subito le
cipolline, poca acqua e un poco di sale. Faccio cuocere a fuoco dolcissimo in
modo che le cipolline siano glassate senza colorire. In un’altra casseruola faccio
sciogliere il burro rimasto, aggiungo la farina, la incorporo bene, faccio
cuocere qualche minuto senza far prendere colore. Aggiungo poco alla volta il
liquido di cottura dei pezzi di vitello (deve essere almeno un litro) e lascio
bollire 15 minuti. Fuori dal fuoco lego la salsa ottenuta con il composto di
tuorli, amalgamo bene, condisco con la noce moscata. Rimetto la casseruola sul
fuoco, mescolo di continuo; al primo accenno di ebollizione passo la salsa al
setaccio. In una pirofila resistente al fuoco dispongo al centro i pezzi di
spalla di vitello sgocciolati e ancora caldi e accomodo intorno da un lato le
cipolline e dall’altro i funghi. Pongo la pirofila sul fuoco, verso sopra la
salsa, la scaldo senza far prendere l’ebollizione. Levo dal fuoco, cospargo la
superficie di prezzemolo, accomodo la pirofila sulle apposite molle e servo
subito.
Tempo
occorrente: 1 ora e 30
Difficoltà: o
Temperatura del
forno: 200°C
INGREDIENTI:
6 fette di pane
a cassetta di 2 cm di spessore senza crosta divise a metà e dorate nel burro da
un lato solo
1 chilo di pere
e mezzo chilo di mele renette tagliate in 4 spicchi e private dei torsoli
80 grammi di
burro
100 grammi di
zucchero
100 grammi di
uvetta sultanina ammorbidita in poca acqua tiepida e ben sgocciolata
100 grammi di
ciliegine candite (io ho usato amarene)
Un decilitro di
rum
La scorza
grattugiata di un limone senza nulla del bianco interno
Uno stampo ben
imburrato e spolverizzato di zucchero fine
PREPARAZIONE
In una padella
faccio sciogliere il burro. Quando è ben caldo e schiumante unisco la frutta,
cospargo con lo zucchero e passo in forno caldo per 15 minuti. Fuori dal forno
spruzzo le pere e le mele con metà dose circa di rum, vi mescolo la scorza di
limone, l’uvetta sultanina e le ciliegie. Fodero lo stampo con i crostini di
pane con la parte dorata verso l’interno, lo riempio con la frutta preparata e
passo in forno caldo per mezz’ora circa. Levo dal forno e sformo su un piatto
da portata concavo. Cospargo con il rum rimasto scaldato in un casseruolino. Lo
infiammo e servo subito.
Le penne sono saporite e fresche, la blanchette ha sempre quel carattere avvolgente dato dalla salsa vellutata, la charlotte è una certezza, veloce, facile, gradita da tutti, personalizzabile all'occorrenza se proprio non vogliamo rinunciare ad un pò di estro.
Per quanto riguarda i formaggi, direi di lasciare la scelta libera, abbiamo tanto in ogni regione e l'occasione di degustare un pezzettino di formaggio fresco delle proprie zone è sempre da prendere al volo.
Le penne sono saporite e fresche, la blanchette ha sempre quel carattere avvolgente dato dalla salsa vellutata, la charlotte è una certezza, veloce, facile, gradita da tutti, personalizzabile all'occorrenza se proprio non vogliamo rinunciare ad un pò di estro.
Per quanto riguarda i formaggi, direi di lasciare la scelta libera, abbiamo tanto in ogni regione e l'occasione di degustare un pezzettino di formaggio fresco delle proprie zone è sempre da prendere al volo.
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